UNA PORTA PER VENEZIA
Venezia | 2009
L’acqua, la pedonalità dei collegamenti, il recupero di una scala architettonica, gia richiesti nei vincoli del bando, sono rimasti riferimenti precisi e imprescindibili in un progetto rivolto alle necessità funzionali dell’area e che tenta di riconciliare in modo fluido un rapporto difficile con una città che esclude, per sua natura, la convivenza con l’automobile. Abbiamo immaginato il flusso veicolare come un fluido liquido che lambisce le sponde della città senza alterarne il funzionamento originario. Le barriere acustiche e il verde cercano di recuperare la privacy anche visiva, dell’intorno più immediato ristabilendo per quanto possibile una condizione più naturale di separazione con l’area di traffico veicolare . A questo proposito gli scudi acustico - visivi nell’area prospiciente il Canal Grande e la Fondamenta Sant’Andrea cercano di ripristinare quell’isolamento di cui la città ha bisogno. Dove è stato possibile abbiamo incrementato il verde che già ora isola con la massa arborea di lecci secolari il fronte verso il Rio Nuovo come barriera naturale. La circolazione all’ interno del piazzale è pensata in modo da garantire la separazione dei flussi . E’ sembrato importante isolare la circolazione pedonale, attualmente subordinata alle esigenze dei veicoli, per recuperare un contatto più diretto con la città dove essere pedoni è una condizione naturale.